Tumore al colon retto e alimentazione... Qual è la correlazione?
- Fiammetta Rimini
- 27 dic 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Più fibre e meno carne processata: come si previene il tumore al colon retto.
Secondo recenti stime dell’OMS è emerso che nel 2018 circa nove milioni di persone muoiono di neoplasie, incidenza di mortalità tra le più alte seconda solo alle malattie cardiovascolari.

(...) nel 2018 circa nove milioni di persone muoiono di neoplasie (...)
Nello specifico il cancro al colon retto rientra nelle malattie cosiddette moderne e nonostante enormi passi avanti nella prevenzione e nello screening precoce, rappresenta la seconda causa di morte per cancro nelle donne e la terza negli uomini. La variazione geografica dell’incidenza della malattia vede ai primi posti il Nord America, l’Australia, la nuova Zelanda e l’Europa mentre sembra essere minore in Africa e in Asia. (WHO, 2019)
Il documento per eccellenza che ha indagato attraverso un’importante revisione sistematica degli studi di coorte su grandi popolazioni, è stato redatto dal World Cancer Research nel 2007 con successivi aggiornamenti dello stesso (per approfondimenti: https://www.wcrf.org/sites/default/files/Colorectal-cancer-report.pdf)
. Da questo documento sono emersi alcuni punti centrali nelle abitudini delle persone che sembrano essere connessi all’incidenza di neoplasie con alcune evidenze convincenti per quanto riguarda il tumore al colon retto
Grasso corporeo
La relazione tra grasso corporeo e incidenza di cancro è risultata convincente e supportata da diversi studi di coorte. Gli alti livelli di glucosio e insulina nel sangue frequentemente presenti in soggetti obesi con sindrome metabolica, diabete di tipo 2, insulino resistenza sembrano rappresentare uno dei motori che agevolano lo sviluppo di cellule cancerogene. Questo potrebbe essere connesso anche al fatto che con la deposizione di grasso viscerale tipica dei soggetti obesi, aumentino anche le citochine infiammatorie rilasciate dagli adipociti, provocando un innalzamento dello stato infiammatorio generale nell’organismo.
Strettamente connessa alla gestione del peso, anche l’attività fisica risulta importante; mantenersi fisicamente attivi attraverso attività blande come la camminata, sembra essere molto importante per la prevenzione del cancro al colon retto.
Carne rossa processata
Alti consumi di carne rossa e soprattutto processata come wurstel, hamburger e salumi sono correlati a un’aumentata incidenza di tumore al colon retto. L’evidenza potrebbe essere legata alle sostanze aggiunte, come i nitrati e nitriti o naturalmente presenti nel prodotto di partenza che agevolano lo sviluppo di cellule cancerogene. Le raccomandazioni dicono di mantenersi al di sotto dei 300g circa di carne rossa assunta durante l’arco della settimana.
Cereali integrali, fibre alimentari e calcio
La relazione inversa tra un aumentato apporto di fibra e diminuzione dell’incidenza di cancro al colon retto è risultata probabile. I meccanismi d’azione legati a questo tipo di alimento e alla sua funzione protettiva sembrano essere diversi: aumento della massa fecale, facilitazione del transito intestinale, effetto chelante delle fibre alimentari con composti cancerogeni, presenza di fitocomposti e antiossidanti e in ultimo formazione di prodotti secondari da parte del microbiota intestinale a partire dalle fibre. Nello specifico il butirrato, uno degli acidi grassi a corta catena formati dal microbiota intestinale utilizzato dalle stesse cellule del colon come fonte energetica, sembra promuovere il mantenimento dell’integrità della mucosa intestinale, sopprimere l’infiammazione e la carcinogenesi attraverso la modulazione del sistema immunitario, l’espressione genica e la modulazione epigenetica.
Altra evidenza emersa è che bassi apporti di calcio nella dieta sembrano aumentare l’incidenza di tumore al colon retto.
agire su fattori controllabili come la dieta, l’attività fisica (...)
Come sempre, la raccomandazione è quella di non guardare ai singoli dati come fattori causali della malattia, ma come strumento di analisi del proprio stile di vita. L’obiettivo di ognuno dovrebbe essere individuare nella quotidianità, comportamenti scorretti che potrebbero in qualche modo facilitare l’insorgenza di malattie.
Quello che è certo è che la dieta nel complesso, l’aria che respiriamo, la qualità del cibo che assumiamo e l’attività fisica durante il giorno, incide sul nostro stato di salute generale rafforzando o indebolendo l’organismo. Cercare di agire su fattori controllabili come la dieta, l’attività fisica e il fumo di sigaretta, possono essere ottimi punti di partenza per migliorare la qualità della nostra vita.
Fiammetta Rimini
Interessantissimo!